mercoledì 5 ottobre 2011

Un altro fallimento della politica

Prendiamo atto dalla stampa, con amarezza e soddisfazione allo stesso tempo, che il Ministero dell'Ambiente ha avviato le pratiche per il Commissariamento.

Amarezza perché la politica locale, con le dovute eccezioni, si è rivelata inadeguata ad avviare un percorso di crescita condiviso.
Principale responsabile è l'Assessore Febbo che fino all'ultimo non ha svolto il ruolo del coordinatore, ma quello del sabotatore. Ultimo atto grave: il non aver trasferito al Ministero - nei tempi richiesti - le deliberazioni dei Comuni favorevoli; così come dichiarato alla stampa qualche giorno fa. Anche se sosterrà il contrario e continuerà a scaricare la colpa sui Comuni, il Commissariamento certifica la sua incapacità ad avviare un percorso di crescita verso un futuro sostenibile per la Costa dei Trabocchi e i territori limitrofi.

Soddisfazione perché il Ministero, con la sua decisione, ci dice che il quarto Parco Nazionale dell'Abruzzo sta per nascere.

Ci auguriamo ora che il Commissario sia un "tecnico" interno al Ministero dell'Ambiente e non un "politico" vicino a chi fino ad oggi ha remato contro il Parco, ne ha boicottato l'iter e creato caos. Un tecnico del Ministero che abbia esperienza di Parchi Nazionali e che, non avendo necessità di restare per percepire un cospicuo compenso, abbia interesse a far presto e bene, a non far nascere un Parco "zoppo" per non farlo funzionare. Il nostro territorio se lo merita, troppo tempo è già stato sprecato.

La Costituente VogliAmo il Parco è disponibile e pronta a collaborare col Commissario e spera che tutti gli amministratori locali abbiano finalmente uno scatto di orgoglio e, con un minimo di lungimiranza, partecipino attivamente alla pianificazione ed attuazione di un comune e durevole benessere.

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Non ci stupisce neppure la reazione del rag. Febbo che addirittura minaccia di rivolgersi alla Magistratura oltre ad "invitare le amministrazioni a rispettare sia i ruoli che le competenze e soprattutto a non forzare i tempi".

A noi pare invece che i tempi siano inesorabilmente scaduti senza che venisse fatto quanto dovuto e che il Ministero dell'Ambiente fosse stato chiarissimo nell'indicare il 30 settembre come termine ultimo, come si può notare anche nell'ultimo paragrafo di questa sua comunicazione del 21 settembre che pubblichiamo affinchè ciascuno la possa valutare.

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