lunedì 5 settembre 2011

Febbo, il Parco e il Ministero


La notizia del giorno è che Febbo in un'intervista al Centro ha ribadito senza ombra di dubbio di essere contrario al Parco. Per la precisione ha detto di essere contrario "all'Ente Parco" ma, dato che quest'affermazione non ha alcun senso, noi - gentilmente - la correggiamo per lui.
Si sono immediatamente avute molte richieste di dimissioni come riportato dal Centro di oggi, tra cui quelle di Carlo Costantini e Walter Caporale. La nostra richiesta, con le risposte punto per punto alle affermazioni di Febbo, è stata diffusa oggi e la trovate qui o qui. La sintesi è la seguente:
Quando a luglio ne chiedemmo per la prima volta le dimissioni, l'Assessore Febbo ci rispose che "il ruolo di Coordinatore del Tavolo tecnico mi è stato assegnato all’unanimità dal Consiglio regionale, minoranza compresa, quindi non comprendo il motivo per il quale dovrei essere io a decidere di farmi da parte".
Osserviamo prima di tutto che quanto detto è falso, perché nel verbale 69/3 della seduta del Consiglio regionale dell'Abruzzo è scritto che la decisione venne presa "a maggioranza espressa con voto palese".

Febbo ha ricevuto un precisissimo incarico:
Presiedere il tavolo che ha "il compito di individuare i confini e le norme transitorie del proposto Parco nazionale della Costa Teatina." e questo perché il Parco è "uno strumento che non solo permetterà di tutelare e conservare uno dei tratti più belli e suggestivi della costa
Adriatica, ma rafforzerà anche le norme emanate dalla Regione al fine di proibire le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi nel territorio abruzzese" .

L'assessore dovrebbe quindi dimettersi perché ha usato il suo ruolo per perseguire un obiettivo del tutto diverso, smentendo di fronte all'opinione pubblica tutta una serie di atti amministrativi (inclusa l'istituzione stessa del tavolo) che vanno nella direzione della nascita del Parco.

Febbo è liberissimo di portare avanti la sua idea, ma non doveva ne accettare ne mantenere un incarico che gli affidava il compito esattamente opposto. Con quale autorevolezza può oggi parlare a nome della Regione Abruzzo?

Qualora Febbo non intendesse ancora farsi da parte, chiediamo alla maggioranza che lo ha scelto di pronunciarsi sulla sua idoneità, in modo da condividerne - se ritiene sia il caso - le gravi scelte o di riprendere sulla strada già decisa con qualcuno che sia convinto del proprio mandato.

In vista dell'incontro di domani a Roma abbiamo inviato al Ministero la nostra proposta sull'agricoltura e un'informativa su quanto (non) ha fatto Febbo negli ultimi sei mesi. Anche questa comunicazione la trovate qui o qui.

Domani ci aspettiamo che il Ministero dell'Ambiente si preoccupi dell'ambiente e non delle beghe politiche, delle furberie da avvocatucci, dell'incapacità di decidere che nasconde interessi particolari. Ci aspettiamo che ricordi a tutti che la strada è segnata dalle leggi e che non si può far finta che non esistano o affermare che non sono valide. Speriamo che voglia concedere un'ultimissima possibilità, anche se forse la strada del Commissario che faccia quel che non è stato fatto in questi mesi sembra essere ormai decisa; soprattutto perchè solleverà molti che sono stati eletti per fare delle scelte, dall'insopportabile peso di farle.